Analisi Disallineamenti

Analizzando il rate dei tre pilastri che promuovono l’innovazione, si nota come la tematica dell’istruzione è quella maggiormente penalizzata. Non è in grado di legarsi in modo sincrono alla sfera tecnologica: viaggiano su lunghezze d’onda diverse. Il Mercato è talmente dinamico ed entropico che con difficoltà individua il personale da inserire con le opportune soft skills in grado di gestire un processo di trasformazione digitale. Parallelamente, il Ministero dello Sviluppo economico si sta impegnando a promuovere e rafforzare incentivi del Piano Industria 4.0 per il quale darà ulteriori delucidazioni nei giorni seguenti. Il 10 aprile 2018 (Digital Day), 22 Paesi europei (oggi 28) hanno sottoscritto una Dichiarazione che inaugura un partenariato per lo sviluppo della blockchain (European Blockchain Partnership). Attraverso una call for expert, il MiSE ha individuato un totale di 30 esperti in AI, blockchain e IoT provenienti dalle Imprese, dalla Ricerca e dalle società civili (sindacati, professionisti, etc.) al fine di stabilire una strategia nazionale condivisa per:

  1. stimolare la capacità tecnologica e industriale europea in materia di IA, per sostenere crescita, occupazione qualificata e nuovi modelli di business.
  2. Affrontare le sfide socioeconomiche emergenti e modernizzare i modelli nazionali di istruzione e formazione.
  3. Predisporre un contesto regolamentare adeguato, basato su diritti e valori fondamentali dell’Unione (es. privacy) e su principi di trasparenza e accountability.

Nel testo intitolato “The Innovator’s Dilemma” (1997), Christensen introdusse il concetto di innovazione c.d. dirompente, basato su due affermazioni:

– in qualsiasi mercato, i clienti hanno una limitata capacità di assorbimento;

– in genere, il progresso tecnologico è più veloce dell’abilità del mercato di farne uso.

L’innovazione ha quindi a che fare con l’intelligenza delle organizzazioni, con la loro capacità di apprendere, di saper convertire in modo veloce e rapido le proprie risorse intellettuali in nuovi prodotti/processi utili per i consumatori.

La scoperta e la valorizzazione di una determinata opportunità di innovazione sono viste come il frutto, certamente anche di fortuna, di circostanze occasionali, ma soprattutto di flessibilità (mentale ed organizzativa in senso lato) e di attenzione e capacità di lettura dei cambiamenti in essere.

La creatività individuale è quindi un ingrediente necessario dei processi di innovazione. La capacità degli individui di immaginare un futuro diverso e di preordinare un insieme di azioni finalizzate a realizzare tale futuro è il catalizzatore dell’innovazione. Pur tuttavia la creatività individuale, anche la più geniale, necessita di doversi incanalare dentro un sistema organizzativo ed una rete di supporti esterni per esprimere appieno il suo potenziale. Da questo punto di vista, se l’origine dell’innovazione si può far risalire in ultima analisi, alla creatività individuale, le fonti dirette sono rinvenibili:

  1. nella capacità di gestione dei processi organizzativi interni, finalizzati alla produzione di nuova conoscenza;
  2. nella capacità di sviluppo e gestione di relazioni finalizzate alla acquisizione di conoscenze dall’esterno.

La creatività individuale, intesa come capacità dell’individuo di immaginare e poi realizzare qualcosa di nuovo rispetto a quanto già esiste, è sicuramente l’elemento alla base di ogni processo di innovazione.

La sfera tecnologica valutata in maniera isolata non contestualizzata, difficilmente costituisce l’elemento trainante un percorso innovativo.